Analisi critiche dei mass media, da parte dei membri del Gruppo di Ricerca Biomedi@.
venerdì 15 dicembre 2017
Biotestamento. Chapeau a radicali e cattodem. Ma ce ne ricorderemo.
lunedì 14 agosto 2017
Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza
Decima parte
L'estate dei media in crisi: il servizio sul "Fatto Quotidiano"
E' con la notizia dal titolo "Bufale e iperbole: l'estate bollente dei media in crisi" che Marco Maroni sul Fatto Quotidiano del 13 agosto 2017 (a pagina 17) affronta il legame tra la stagione più calda e le notizie fake. "Quando non è 'boom' è 'emergenza' o 'psicosi'. Il livello di enfatizzazione delle notizie e il confezionamento di bufale d'estate raggiungono il loro climax – si legge nell'articolo - Intendiamoci, ogni giornale cerca di dare risalto alle notizie, di vendere la sua mercanzia sul bancone dell'edicola. Ma ormai, anche sui fatti più banali, è una gara a chi la spara più grossa. Solo che i lettori alla lunga si stufano. Come dimostrano i dati sulle vendite. Titolava ieri il Corriere della Sera: 'Vivremo un milione di anni in più grazie al vaccino anti-morbillo'. Nel testo quel che si capisce è che c'è una ricerca dell'università Bocconi (che si occupa d'economia) e della Fondazione Bruno Kessler (ente pubblico che si occupa di informatica, storia e sociologia) in cui si sono 'mescolati' dati demografici e poi 'grazie a modelli matematici' si è concluso che 'la vaccinazione anti-morbillo ha permesso agli italiani, come popolazione in generale, di guadagnare un milione di anni di vita'. Insomma il vaccino avrebbe salvato delle vite. Da lì al titolo, che lascia vagamente intravedere al lettore assonnato sotto l'ombrellone una specie di eternità, se non dell'individuo, almeno della specie, ci passa un certo disprezzo per il buon senso e per il lettore".
"La salute fa sempre presa – prosegue l'articolo - A inizio agosto si leggevano titoli come: 'Caldo: rischio salute per 2/3 europei, entro 2100, boom decessi'. Il 'boom' dai 3 mila morti l'anno tra il 1981 e il 2010 ai 152 mila l'anno attesi per il periodo 2071-2100, sarebbe frutto di uno studio su dati relativi al periodo 1981-2010. Cioè si guarda alle catastrofi passate, si fa una proiezione sull'aumento della popolazione, si aggiunge un po' di surriscaldamento, et voilà: sarà boom di decessi. A inizio anno fu invece psicosi meningite. In Toscana il primo gennaio ci furono tre casi, meningococco C. La faccenda fu trattata media al solito e scattò la corsa al vaccino. Code negli ambulatori, sistema sanitario nazionale davvero in emergenza. Il ministero della Salute il 3 gennaio dovette pubblicare un comunicato: 'Al momento non esiste alcuna situazione epidemica, la circolazione dei germi che causano la malattia è nella norma'. La psicosi sanitaria ha del resto illustri precedenti. Tra il 2001 e il 2009 tre pandemie hanno colpito giornali e tg: la Bse, o 'mucca pazza', l'influenza aviaria e l'influenza suina. Per quest'ultima giova ricordare, insinuando nel lettore il morbo del sospetto che ci siano anche legami tra catastrofismo e interessi economici, che il governo Berlusconi fece una campagna di immunizzazione. Alla Novartis nel 2009 furono pagati 184 milioni per 10 milioni di vaccini. Presto però si capì che l'aviaria non differiva dagli altri virus influenzali e quindi meno di un milione di italiani si vaccinò. Ma i soldi alla Novartis andarono tutti. L'economia è un altro campo minato. 'Tra frodi e speculazioni è boom delle cripto valute', titolava ieri la redazione estiva del Sole 24 Ore. La massa di bitcoin, moneta virtuale, ha un valore di circa 45 miliardi di dollari: un ventesimo di Apple, un decimo di Amazon, e le frodi con la moneta digitale restano una faccenda trascurabile. L'11 agosto invece titolava: 'Borse, è boom dell'indice della paura'. Si tratta dell'indice della volatilità attesa sulla Borsa americana, era da mesi piatto, la crisi nord coreana l'ha, com'è normale, fatto salire. Un altro titolo di ieri è: 'Fisco, boom della rottamazione cartelle: atteso extra-gettito di 2 miliardi'. Ma è solo una previsione, ottimistica, dell'Agenzie delle Entrate. Negli ultimi 10 anni degli arretrati fiscali, 730 miliardi, si è riusciti a recuperare, condoni compresi, soltanto il 14%. Un colpo sicuro della titolazione è infine il 'boom' dei migranti. Anche se il fenomeno, indignazione per i costi umani a parte, andrebbe ridotto alle sue vere proporzioni. Le immigrazioni furono 534 mila nel 2008, l'anno record, nei primi sei mesi di quest'anno siamo a 85 mila".
Giampiero Valenza
lunedì 3 luglio 2017
Il caso Charlie Gard. Solo un twitter per l’“EU”tanasia d’Occidente !
Nel mio ultimo post ho scritto della "conversione" di Fräulein Merkel al matrimonio omosessuale inclusa l'adozione. Questo venerdì infatti il Parlamento tedesco ha approvato la parificazione tra matrimonio (che è solo eterosessuale) e 'unioni omosessuali', adozioni naturalmente comprese.
Un capriccio politico, quasi un peccato venale quello della Cancelliera se paragonato al verdetto norimberghiano di condanna a morte del piccolo Charlie Gard. Il bambino di appena un anno di vita affetto da una rarissima malattia mitocondriale genetica e propter hoc doppiamente condannato. E dai giudici britannici e da quelli della sedicente 'Corte europea dei diritti umani'. e per fortuna che la Corte si chiama: dei diritti umani….
Antonello Cavallotto
mercoledì 28 giugno 2017
Adozioni gay. Ecco guerra lampo della Merkel
sabato 10 giugno 2017
“I cani come i bambini”, cattiva informazione sul Corriere della Sera
lunedì 22 maggio 2017
Marcia della Vita. Chi l'ha vista, chi l'ha scritta?
martedì 16 maggio 2017
I batteri migranti sono politicamente corretti
Di Enzo Pennetta
"L'arrivo dei migranti fa bene alla salute", così titolava la rivista LEFT il 10 maggio scorso, citando con conveniente tempestività un articolo pubblicato proprio lo stesso giorno dal quotidiano La Stampa col titolo "Sempre più allergici e malati. Ma a rafforzare i nostri bimbi saranno i microbi africani".
La tesi è di Duccio Cavalieri, professore al dipartimento di Biologia dell'Università di Firenze, il quale sostiene che un gran numero di patologie attuali è dovuto alla diminuzione di batteri nel nostro ambiente il che avrebbe come conseguenza una eccessiva reattività del nostro sistema immunitario e lo sviluppo di malattie autoimmuni. Ma la causa di tutto questo sarebbe anche nel tipo di alimentazione dei paesi industrializzati: "La differenza sta nei nutrimenti: fibre, amido non raffinato e altre fonti vegetali, pochi grassi animali, ma soprattutto niente industria alimentare."
Stando a quanto sostenuto in alcuni studi una minore esposizione ai batteri sarebbe infatti all'origine delle allergie (hygiene hypothesis), ma sostenere che un'immissione indiscriminata e incontrollata di microrganismi per mezzo dei migranti sarebbe una misura salutare è un'azione al limite del sabotaggio delle iniziative di igiene e profilassi delle autorità sanitarie. Colpisce il fatto che nello stesso tempo in cui si paventa l'introduzione della vaccinazione obbligatoria si esalti l'infezione di massa: combattere i batteri endemici e celebrare quelli importati. Una bizzarra forma di razzismo microbico.
L'affermazione del prof. Cavalieri e la diffusione acritica fattane da alcuni media sono un esempio di informazione quantomeno avventata che abdica al diritto-dovere di critica per uniformarsi supinamente alle tendenze del politicamente corretto.
Da questa vicenda emerge che, in modo inversamente proporzionale a quanto avviene per il sistema immunitario, la diffusione di notizie "raffinate" e uniformate al politically correct sembra aver alterato la capacità critica dei giornalisti portando ad una mancanza di anticorpi e quindi di reazione verso le bufale.
I batteri migranti sono politicamente corretti
"L'arrivo dei migranti fa bene alla salute", così titolava la rivista LEFT il 10 maggio scorso, citando con conveniente tempestività un articolo pubblicato proprio lo stesso giorno dal quotidiano La Stampa col titolo "Sempre più allergici e malati. Ma a rafforzare i nostri bimbi saranno i microbi africani".
La tesi è di Duccio Cavalieri, professore al dipartimento di Biologia dell'Università di Firenze, il quale sostiene che un gran numero di patologie attuali è dovuto alla diminuzione di batteri nel nostro ambiente il che avrebbe come conseguenza una eccessiva reattività del nostro sistema immunitario e lo sviluppo di malattie autoimmuni. Ma la causa di tutto questo sarebbe anche nel tipo di alimentazione dei paesi industrializzati: "La differenza sta nei nutrimenti: fibre, amido non raffinato e altre fonti vegetali, pochi grassi animali, ma soprattutto niente industria alimentare."
Stando a quanto sostenuto in alcuni studi una minore esposizione ai batteri sarebbe infatti all'origine delle allergie (hygiene hypothesis), ma sostenere che un'immissione indiscriminata e incontrollata di microrganismi per mezzo dei migranti sarebbe una misura salutare è un'azione al limite del sabotaggio delle iniziative di igiene e profilassi delle autorità sanitarie. Colpisce il fatto che nello stesso tempo in cui si paventa l'introduzione della vaccinazione obbligatoria si esalti l'infezione di massa: combattere i batteri endemici e celebrare quelli importati. Una bizzarra forma di razzismo microbico.
L'affermazione del prof. Cavalieri e la diffusione acritica fattane da alcuni media sono un esempio di informazione quantomeno avventata che abdica al diritto-dovere di critica per uniformarsi supinamente alle tendenze del politicamente corretto.
Da questa vicenda emerge che, in modo inversamente proporzionale a quanto avviene per il sistema immunitario, la diffusione di notizie "raffinate" e uniformate al politically correct sembra aver alterato la capacità critica dei giornalisti portando ad una mancanza di anticorpi e quindi di reazione verso le bufale.
lunedì 8 maggio 2017
Quel gran flop delle unioni civili. E Kelly ora è senza lavoro
Antonello Cavallotto
giovedì 27 aprile 2017
REPORTER FUORI LUOGO
L'Italia risale qualche posizione. Dal 77° al 52° posto. Lo riporta il Rapporto mondiale sulla libertà di stampa stilato da Reporter senza frontiere, una sorte di Ong della libertà di pensiero, ma di cui non si dovrebbe avere, io non ne ho mai avuta, troppa fiducia. Un po' come i Medici senza frontiere di Gino Strada che sulle questioni di bioetica proprio neutrali in fondo non sono.
Antonello Cavallotto
lunedì 17 aprile 2017
Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza
Educare per evitare le fake news: l'esperienza di Facebook
Ad aprile 2017 Facebook ha lanciato uno strumento educativo contro la fake news. Si tratta di uno spazio educativo al quale si può accedere dalla propria pagina personale all'interno del Centro assistenza Facebook. "Sappiamo che le persone vogliono vedere su Facebook informazioni corrette e lo vogliamo anche noi - dice Adam Mosseri, Vice presidente e responsabile del News Feed - Le notizie false e le bufale sono pericolose per la nostra comunità e rendono il mondo un luogo meno informato. Tutti noi abbiamo la responsabilità di frenarne la diffusione. Abbiamo lavorato consultandoci preventivamente con First Draft, un'associazione non profit dedicata a migliorare la capacità e la metodologia utilizzata per segnalare e condividere informazioni online".
Tre sono gli aspetti che Mosseri ha spiegato come le parti fondamentali di questo studio. "Ci siamo concentrati su tre aree chiave: l'interruzione delle possibilità di guadagno, perché gran parte delle notizie false derivano dalla volontà di trarne profitto; la costruzione di nuovi prodotti per frenare la diffusione di notizie false e migliorare la diversità di informazione; e aiutare le persone a prendere decisioni più informate quando si trovano davanti a delle notizie false".
Questo il decalogo di Facebook contro le Fake News:
Bannare
Il social network Twitter si è impegnato facendo un giro di vite contro gli account falsi, e pubblicando proprie regole nel suo Centro di assistenza. A luglio 2016 Twitter aveva bannato Milo Yiannopoulos, editore di Breibart news per aver "partecipato o incitato all'abuso contro individui".
Ecco il contenuto delle regole di Twitter:
Twitter vieta totalmente la promozione di contenuti inneggianti all'odio e alla violenza, nonché riguardanti temi delicati. I contenuti sono quelli inneggianti all'odio e riguardano le espressioni di intolleranza rivolte contro un individuo, un'organizzazione o un gruppo in base a: razza, etnia, nazionalità, colore della pelle; religione; disabilità fisiche o mentali; età; sesso, orientamento sessuale, identità di genere; status di reduce di guerra; qualunque altro tipo di status protetto dalla legge. Twitter analizza anche alcuni temi che definisce "delicati" e che sono quei contenuti che promuovono: attività criminali, terrorismo, concetti revisionistici o tentativi di rivisitare la storia contro gli interessi di un gruppo protetto, messaggi palesemente provocatori rivolti a un pubblico che, con molta probabilità, potrebbe rimanerne offeso o colpito. I contenuti inneggianti alla violenza invece riguardano l'autolesionismo, la violenza contro altre persone, la violenza sugli animali. La norma di Twitter non riguarda notizie e informazioni che richiamano l'attenzione su odio, violenza e temi delicati, ma che non si esprimono in loro favore, commenti su prodotti, servizi, aziende o brand, compresi commenti potenzialmente negativi.
Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza
I falsi dell'informazione usati per la propaganda
Le fake news possono far parte anche di operazioni di propaganda politica. Hanno inciso – e non poco – nel corso della storia. La menzogna, infatti, con un uso - irresponsabile – dei media, arriva a modificare le opinioni pubbliche e a modificare le scelte della politica.
Il protocollo dei Savi di Sio
Tra le più clamorose fake news che la storia abbia mai avuto quella legata ai Protocolli dei Savi di Sion. Il documento viene pubblicato dalla Okhrana, la polizia segreta degli zar nel 1903 sul giornale Znamia. E' un testo che di fatto illustra come ci sia una cospirazione ebraica e massonica per il dominio del pianeta. Già da subito ne viene messa in dubbio la veridicità e, infatti, sarà più tardi che ne rinascerà il "mito". Il documento riporta una serie di 24 riunioni di saggi (o, in altre versioni, 27) che si sarebbero tenute a Basilea, in Svizzera, nel 1897. E' il 1921 quando Philip Graves sul Times dimostra come i testi fossero simili a una satira fatta dall'avvocato Maurice Joly su Napoleone III che venne pubblicata nel 1864 dal titolo "Dialogo negli Inferi tra Machiavelli e Montesquieu".
Il regime nazista in Germania userà il pretesto del dubbio all'ordine costituito per cercare di ridargli attendibilità. Così Adolf Hitler scrive su Mein Kampf: "Fino a che punto l'intera esistenza di questo popolo sia fondata sulla menzogna continua è incomparabilmente mostrato dai Protocolli dei Savi di Sion, così infinitamente odiati dagli ebrei. Sono basati su un falso, come grida e lamenta il Frankfurter Zeitung ogni settimana: la miglior prova che essi siano autentici". "La cosa importante – prosegue - è che con terrificante certezza essi rivelano la natura e l'attività del popolo ebraico ed espone i loro contesti interni come anche i loro scopi finali".
La questione della falsità dei Protocolli è stata messa in dubbio più volte nel corso del Novecento. Nasser ha sostenuto la loro veridicità nel 1958 come hanno fatto il presidente egiziano Sadat e il colonnello Gheddafi. I protocolli vengono citati anche nell'articolo 32 del Patto del gruppo terroristico Hamas del 18 agosto 1988. "Il piano Sionista è senza fine. Dopo la Palestina, i sionisti aspirano a espandersi dal Nilo all'Eufrate. Quando avranno sistemato la regione, essi ripartiranno, aspireranno a ulteriori espansioni e così via. Il loro piano è contenuto nei Protocolli dei savi di Sion e la loro attuale condotta è la miglior prova di ciò che diciamo", si legge.
La propaganda con le notizie fake
E' il 1917 quando il Times di Londra pubblica una storia su un'azienda tedesca che produce glicerina per munizioni fondendo i corpi di soldati. L'idea balena al brigadiere generale inglese J.V. Charteris, del Department of Information che aveva due fotografie. La prima era quella di corpi di soldati e l'altra di cavalli morti trasportati in una fabbrica di sapone. Charteris ha inviato la notizia a S
Il massacro di Timisoara
E' il 1989 quando il mondo è in una fase di svolta: sta crollando il sistema dei "Due blocchi" economici e politici contrapposti. Da una parte, gli Usa e l'economia capitalistica, dall'altro l'Unione Sovietica e l'economica comunista. In Romania le frontiere erano chiuse e il popolo aveva iniziato una serie di proteste in piazza: a Bucarest i cittadini chiedevano la democrazia. Poco prima di Natale il 22 dicembre il dittatore Ceausescu tentava la fuga ma, raggiunto dai suoi oppositori, venne condannato a morte insieme alla moglie e fucilato il 25. La rivoluzione romena nacque – secondo le informazioni che vennero rilanciate in quei giorni – in Transilvania, per una protesta scatenata il 16 dicembre per l'espulsione di un dissidente, Laszlo Toker. E per questa protesta il regime – si disse – avanzò una profonda repressione: 60.000 i morti. Si parlava di "massacro di Timisoara" e di fosse comuni. Su tutti i media internazionali si fecero vedere foto di cadaveri mutilati. Al termine del regime le notizie furono completamente smentite: era stato un falso giornalistico. Come è stato possibile accertarlo? Due giornalisti italiani, Michele Gambino e Sergio Stingo, intervistarono il custode del cimitero di Timisoara che raccontò come quelle immagini fossero di cadaveri di ubriachi e barboni disseppelliti.
Il cormorano nero
Le immagini colpiscono spesso più delle parole, come si è visto, per esempio, dal finto massacro di Timisoara. Nel gennaio del 1991 l'intero pianeta si ferma davanti all'immagine di un cormorano con le piume imbevute di petrolio, nel Golfo Persico. Quello sarebbe stato il greggio che l'ex presidente iracheno Saddam Hussein fece disperdere dopo che decise di far aprire i pozzi del Paese. Quell'immagine divenne l'emblema della disumanità del regime. Ma era un falso, smentita da alcune semplici prove. In quella stagione – era gennaio – i cormorani non sono in Iraq. Poi, c'è stata anche l'ammissione da parte di un reporter: quelle foto erano state fatte con cormorani neri in uno zoo e "imbevute" di petrolio. Inoltre, la Cnn – che coprì l'evento – non aveva ancora truppe nel Paese (il cui accesso era bloccato ai media occidentali). Dunque, sarebbe stato veramente impossibile avere quelle immagini lì.
Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza
Se non hanno buone basi culturali i giovani sono destinati ad assorbire le bufale del web. Questo è quanto emerge da uno studio dal titolo "Diffusione, uso, insidie dei social network" che è stato condotto dall'Istituto Giuseppe Toniolo e che ha coinvolto un campione di 2182 persone proprio nella fascia d'età tra i 20 e i 34 anni. In sostanza, è il 31,7% di chi ha solo la scuola dell'obbligo che condivide le bufale sulle proprie reti sociali. E la percentuale, via via che il percorso formativo si fa più lungo, scende (28% per chi ha un titolo di secondaria di II grado e 24% per chi ha una laurea).
In totale, sempre secondo lo studio, sono 9 su dieci i ragazzi che usano lo smartphone per informarsi (e che dunque non approfittano più né del pc né degli strumenti tradizionali come il quotidiano).
Il cardinale Angelo Scola, presentando questi dati nel corso della ricorrenza di San Francesco di Sales (patrono dei giornalisti), ha detto come occorra "ascolto reciproco" e "benevolenza per ritrovare il senso della verità". Citando San Tommaso d'Aquino, ha precisato: "Tommaso diceva che la verità è corrispondenza tra la realtà e l'intelletto (adaequatio rei et intellectus) e, forse, la questione della post-verità può costringerci a tornare alla verità. Tutto ruota intorno alla realtà, perché se la manchiamo, negando l'accesso alla verità del fatto, il nostro io viene sempre più messo in difficoltà. Oggi alla parola decisiva "reale", la grande sconosciuta della nostra epoca, si contrappone la diminuzione della verosimiglianza". Fa riferimento alla Filotéa di San Francesco di Sales e ha sottolineato: "Al contrario il verosimile è, oggi, una grande tentazione massmediatica, ma questo deve, semmai, indurre a un lavoro ulteriore per arrivare alla realtà, accettando che il reale mantenga sempre una componente e un aspetto ultimamente misterioso. Credo che abbaiamo tutte le forze, se viviamo l'insieme, per attraversare, in senso costruttivo, questa epoca senza giudicare in maniera irrimediabile la fase che stiamo vivendo. Il problema è rimettere al centro il soggetto che, nell'epoca moderna, è stato scartato. Il punto è capire bene cosa sia la verità, che viene sempre al nostro incontro come un avvenimento, attraverso la trama di circostanze e rapporti che accadono. Per questo è fondamentale il tema dell'ascolto umile e di fecondazione reciproca. Dove ciò manca emerge solo l'emotività e il bisogno di autoaffermazione". "Il frangente storico in cui prevale la post-verità – che è anche una post-falsità – chiede di mettere l'io al centro: non si tratta di imporre un serie di regole, ma di vivere la persona nella sua interezza. La scelta di giudicare con benevolenza, attraverso un ascolto di fecondazione, permette di stare in questo mondo con piedi solidi", ha concluso.
giovedì 6 aprile 2017
Fake news, Un decalogo per riconoscerle.
Fake news. E' la moda più in voga fra gli addetti della comunicazione e dell'informazione. da un po' di tempo pare che tutti siano preoccupati della piega che un certo giornalismo non solo cartaceo sta prendendo. Preoccupati quasi che si stia iniziando a comprendere che il re è nudo è che il problema li tocchi ormai da vicino come responsabili di primo pelo giacché le notizie false, le notizie esca (news baiting) non solo screditano una persona, ma chi le scrive.
martedì 4 aprile 2017
Harakiri informazione. Su Dat e Stepchild la solita sporca DisinformaTia
giovedì 30 marzo 2017
E ci risiamo con i moniti dell'ONU. Gravidanza per tutti, gravidanza per altri
giovedì 23 marzo 2017
Effetto Trump. Il Texas vara due leggi anti-aborto si...
martedì 14 marzo 2017
Ancora due papà contra leggem
lunedì 13 marzo 2017
E poi si dice: vatti a fidare dei direttori (della carta stampata)
Non c'è pace per la mala-informazione. Non che ce ne dispiaccia. Ne parliamo e scriviamo da anni. Di bad news. Di informazione sociale pilotata dal mainstream del pensiero unico. Eppure, eppure non sono bastate le clamorose bufale come la Brexit britannico né la vittoria di Trump né la vittoria del Sì" qui da noi, alla cosiddetta riforma costituzionale, ad arginare il vizio della diffusione e produzione di fake news.
A C
giovedì 9 marzo 2017
Non prendertela se anche Dolce e Gabbana sono praticanti e tu ti meriti due papà.
Che dire anche della sentenza creativa - l'ennesima - presentata dai media come spartiacque e che permetterà l'adozione di un bimbo nato da maternità surrogata da parte di una coppia uomo-uomo? paginate di Lui e Lui felici e finalmente gaudenti.
lunedì 20 febbraio 2017
Facebook alla francese. Che apre siti pro-life rischia la Bastiglia
lunedì 30 gennaio 2017
Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza - Sesta parte
E'
La vittoria di Donald Trump e delle notizie false
Il presidente degli Stati Uniti d'America, il miliardario Donald Trump, è riuscito a vincere le presidenziali anche grazie alle notizie fake? Di certo c'è un elemento: spargere le notizie false serve a rendere ancora più confusa la scelta tra chi poi va nelle urne a premiare questo o quell'altro politico.
- "Papa Francesco sciocca il mondo, appoggia Donald Tramp come presidente Usa, ecco le dichiarazioni alla stampa"
(Pubblicato su Ending the Fed, con 960.000 tra commenti, condivisioni e reazioni).
- "Wikileaks conferma che Hillary Clinton ha venduto armi all'Isis...poi fa cadere un'altra bomba. Notizia dell'ultima ora"
(Pubblicato su Political insider, con 789.000 tra commenti, condivisioni e reazioni)
- "E' finita: E' appena trapelata l'email di Hillary Clinton all'Isis ed è peggio di quanto qualcuno avesse potuto immaginare)
(Pubblicato su Ending the Fed, con 754.000 tra commenti, condivisioni e reazioni)
Giampiero Valenza
Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza - Quinta parte
Giampiero Valenza
Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza - Quarta parte
Giampiero Valenza
Contro l'omologazione imperversa l'hate speech
Caro "titolista", non manipolare gli articoli
TPINEWS pubblica un articolo informativo intitolato: " Cos’è il nuovo gruppo parlamentare “Famiglia e Vita”, che vuole combattere contr...
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TPINEWS pubblica un articolo informativo intitolato: " Cos’è il nuovo gruppo parlamentare “Famiglia e Vita”, che vuole combattere contr...
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Oggi l'Italia si è svegliata più felice e più contenta. Ma sì più civile. Più thanatos ( parola greca che vuol dire: morte) più bios ( p...
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· Stampa Eppure c'erano migliaia di persone e il luogo e il tempo non potevano non interessare gli organi di sta...