lunedì 17 aprile 2017

Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza

Ottava parte

I falsi dell'informazione usati per la propaganda


Le fake news possono far parte anche di operazioni di propaganda politica. Hanno inciso – e non poco – nel corso della storia. La menzogna, infatti, con un uso - irresponsabile – dei media, arriva a modificare le opinioni pubbliche e a modificare le scelte della politica.

Il protocollo dei Savi di Sio
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Tra le più clamorose fake news che la storia abbia mai avuto quella legata ai Protocolli dei Savi di Sion. Il documento viene pubblicato dalla Okhrana, la polizia segreta degli zar nel 1903 sul giornale Znamia. E' un testo che di fatto illustra come ci sia una cospirazione ebraica e massonica per il dominio del pianeta. Già da subito ne viene messa in dubbio la veridicità e, infatti, sarà più tardi che ne rinascerà il "mito". Il documento riporta una serie di 24 riunioni di saggi (o, in altre versioni, 27) che si sarebbero tenute a Basilea, in Svizzera, nel 1897. E' il 1921 quando Philip Graves sul Times dimostra come i testi fossero simili a una satira fatta dall'avvocato Maurice Joly su Napoleone III che venne pubblicata nel 1864 dal titolo "Dialogo negli Inferi tra Machiavelli e Montesquieu".

Il regime nazista in Germania userà il pretesto del dubbio all'ordine costituito per cercare di ridargli attendibilità. Così Adolf Hitler scrive su Mein Kampf: "Fino a che punto l'intera esistenza di questo popolo sia fondata sulla menzogna continua è incomparabilmente mostrato dai Protocolli dei Savi di Sion, così infinitamente odiati dagli ebrei. Sono basati su un falso, come grida e lamenta il Frankfurter Zeitung ogni settimana: la miglior prova che essi siano autentici". "La cosa importante – prosegue - è che con terrificante certezza essi rivelano la natura e l'attività del popolo ebraico ed espone i loro contesti interni come anche i loro scopi finali".

La questione della falsità dei Protocolli è stata messa in dubbio più volte nel corso del Novecento. Nasser ha sostenuto la loro veridicità nel 1958 come hanno fatto il presidente egiziano Sadat e il colonnello Gheddafi. I protocolli vengono citati anche nell'articolo 32 del Patto del gruppo terroristico Hamas del 18 agosto 1988. "Il piano Sionista è senza fine. Dopo la Palestina, i sionisti aspirano a espandersi dal Nilo all'Eufrate. Quando avranno sistemato la regione, essi ripartiranno, aspireranno a ulteriori espansioni e così via. Il loro piano è contenuto nei Protocolli dei savi di Sion e la loro attuale condotta è la miglior prova di ciò che diciamo", si legge.

La propaganda con le notizie fake

E' il 1917 quando il Times di Londra pubblica una storia su un'azienda tedesca che produce glicerina per munizioni fondendo i corpi di soldati. L'idea balena al brigadiere generale inglese J.V. Charteris, del Department of Information che aveva due fotografie. La prima era quella di corpi di soldati e l'altra di cavalli morti trasportati in una fabbrica di sapone. Charteris ha inviato la notizia a S
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ai con la speranza di convincere i cinesi a scendere in campo con gli Alleati nella prima guerra mondiale. Così fu. Ma non avrebbe mai pensato della eco che avrebbe avuto quando la notizia sarebbe tornata indietro in Europa.

Il massacro di Timisoara

E' il 1989 quando il mondo è in una fase di svolta: sta crollando il sistema dei "Due blocchi" economici e politici contrapposti. Da una parte, gli Usa e l'economia capitalistica, dall'altro l'Unione Sovietica e l'economica comunista. In Romania le frontiere erano chiuse e il popolo aveva iniziato una serie di proteste in piazza: a Bucarest i cittadini chiedevano la democrazia. Poco prima di Natale il 22 dicembre il dittatore Ceausescu tentava la fuga ma, raggiunto dai suoi oppositori, venne condannato a morte insieme alla moglie e fucilato il 25. La rivoluzione romena nacque – secondo le informazioni che vennero rilanciate in quei giorni – in Transilvania, per una protesta scatenata il 16 dicembre per l'espulsione di un dissidente, Laszlo Toker. E per questa protesta il regime – si disse – avanzò una profonda repressione: 60.000 i morti. Si parlava di "massacro di Timisoara" e di fosse comuni. Su tutti i media internazionali si fecero vedere foto di cadaveri mutilati. Al termine del regime le notizie furono completamente smentite: era stato un falso giornalistico. Come è stato possibile accertarlo? Due giornalisti italiani, Michele Gambino e Sergio Stingo, intervistarono il custode del cimitero di Timisoara che raccontò come quelle immagini fossero di cadaveri di ubriachi e barboni disseppelliti.

Il cormorano nero
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​la ​
prima guerra del Golfo


Le immagini colpiscono spesso più delle parole, come si è visto, per esempio, dal finto massacro di Timisoara. Nel gennaio del 1991 l'intero pianeta si ferma davanti all'immagine di un cormorano con le piume imbevute di petrolio, nel Golfo Persico. Quello sarebbe stato il greggio che l'ex presidente iracheno Saddam Hussein fece disperdere dopo che decise di far aprire i pozzi del Paese. Quell'immagine divenne l'emblema della disumanità del regime. Ma era un falso, smentita da alcune semplici prove. In quella stagione – era gennaio – i cormorani non sono in Iraq. Poi, c'è stata anche l'ammissione da parte di un reporter: quelle foto erano state fatte con cormorani neri in uno zoo e "imbevute" di petrolio. Inoltre, la Cnn – che coprì l'evento – non aveva ancora truppe nel Paese (il cui accesso era bloccato ai media occidentali). Dunque, sarebbe stato veramente impossibile avere quelle immagini lì.

​Giampiero Valenza​

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