giovedì 27 aprile 2017

REPORTER FUORI LUOGO

L'Italia risale qualche posizione. Dal 77° al 52° posto. Lo riporta il Rapporto mondiale sulla libertà di stampa stilato da Reporter senza frontiere, una sorte di Ong della libertà di pensiero, ma di cui non si dovrebbe avere, io non ne ho mai avuta, troppa fiducia. Un po' come i Medici senza frontiere di Gino Strada che sulle questioni di bioetica proprio neutrali in fondo non sono.

Ma ad ogni buon conto, io non mi sento minacciato da Grillo. Anche se pubblica i  nomi dei giornalisti in liste di proscrizione. Semmai di questo 52° posto. Che vuol dire che in quanto a correttezza dell'informazione c'è ancora di strada da fare.
Per questo io consiglio di ragionare ed avere più paura di questa stampa, specie quella cosiddetta autorevole che fabbrica consenso e che gioca con le parole e con le informazioni. E se dunque l'informazione va male non è colpa di Grillo. Semmai di tante penne che dis-informano  e limano, a loro piacere, anche la libertà dei lettori.
Non scherziamo quindi. E non confondiamo i politici anche se ex comici, con il vero problema che ha origine dalla categoria.
Non siamo in Turchia anche se un pensierino alla categoria non farebbe male. Ma non dai potenti  è in pericolo la democrazia, ma dal pensiero unico delle grandi testate.         

 

Antonello Cavallotto

lunedì 17 aprile 2017

Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza

Nona parte

Educare per evitare le fake news: l'esperienza di Facebook


Ad aprile 2017 Facebook ha lanciato uno strumento educativo contro la fake news. Si tratta di uno spazio educativo al quale si può accedere dalla propria pagina personale all'interno del Centro assistenza Facebook. "Sappiamo che le persone vogliono vedere su Facebook informazioni corrette e lo vogliamo anche noi - dice Adam Mosseri, Vice presidente e responsabile del News Feed - Le notizie false e le bufale sono pericolose per la nostra comunità e rendono il mondo un luogo meno informato. Tutti noi abbiamo la responsabilità di frenarne la diffusione. Abbiamo lavorato consultandoci preventivamente con First Draft, un'associazione non profit dedicata a migliorare la capacità e la metodologia utilizzata per segnalare e condividere informazioni online".

Tre sono gli aspetti che Mosseri ha spiegato come le parti fondamentali di questo studio. "Ci siamo concentrati su tre aree chiave: l'interruzione delle possibilità di guadagno, perché gran parte delle notizie false derivano dalla volontà di trarne profitto; la costruzione di nuovi prodotti per frenare la diffusione di notizie false e migliorare la diversità di informazione; e aiutare le persone a prendere decisioni più informate quando si trovano davanti a delle notizie false".

Questo il decalogo di Facebook contro le Fake News:


​1) ​Non ti fidare dei titoli: le notizie false spesso hanno titoli altisonanti scritti tutti in maiuscolo e con ampio uso di punti esclamativi. Se le affermazioni contenute in un titolo ti sembrano esagerate, probabilmente sono false.


​2) Guarda bene l'U​rl​: un U​rl​ fasullo o molto simile a quello di una fonte attendibile potrebbe indicare che la notizia è falsa. Molti siti di notizie false si fingono siti autentici effettuando cambiamenti minimi agli Url di questi siti. Puoi accedere al sito per confrontare l'Url con quello della fonte attendibile.


​3) ​Fai ricerche sulla fonte: assicurati che la notizia sia scritta da una fonte di cui ti fidi e che ha la reputazione di essere attendibile. Se la notizia proviene da un'organizzazione che non conosci, controlla la sezione "Informazioni" della sua Pagina per scoprire di più.


​4) ​Fai attenzione alla formattazione: su molti siti di notizie false, l'impaginazione è strana o il testo contiene errori di battitura. Se vedi che ha queste caratteristiche, leggi la notizia con prudenza.


​5) ​Fai attenzione alle foto: le notizie false spesso contengono immagini e video ritoccati. A volte, le immagini potrebbero essere autentiche, ma prese fuori contesto. Puoi fare una ricerca dell'immagine o della foto per verificarne l'origine.


​6) ​Controlla le date: le date degli avvenimenti contenuti nelle notizie false potrebbero essere errate e la loro cronologia potrebbe non avere senso.


​7) ​Verifica le testimonianze: controlla le fonti dell'autore per assicurarti che siano attendibili. La mancanza di prove o il riferimento a esperti di cui non viene fatto il nome potrebbe indicare che la notizia è falsa.


​8) ​Controlla se altre fonti hanno riportato la stessa notizia: se gli stessi avvenimenti non vengono riportati da nessun'altra fonte, la notizia potrebbe essere falsa. Se la notizia viene proposta da fonti che ritieni attendibili, è più probabile che sia vera.


​9) ​La notizia potrebbe essere uno scherzo: a volte può essere difficile distinguere le notizie false da quelle satiriche o scritte per divertire. Controlla se la fonte è nota per le sue parodie e se i dettagli e il tono della notizia ne rivelano lo scopo umoristico.


​10) ​Alcune notizie sono intenzionalmente false: usa le tue capacità critiche quando leggi le notizie online e condividile solo se non hai dubbi sulla loro veridicità.

Bannare

contro I fake​


Il social network Twitter si è impegnato facendo un giro di vite contro gli account falsi, e pubblicando proprie regole nel suo Centro di assistenza. A luglio 2016 Twitter aveva bannato Milo Yiannopoulos, editore di Breibart news per aver "partecipato o incitato all'abuso contro individui".

Ecco il contenuto delle regole di Twitter:

Twitter vieta totalmente la promozione di contenuti inneggianti all'odio e alla violenza, nonché riguardanti temi delicati. I contenuti sono quelli inneggianti all'odio e riguardano le espressioni di intolleranza rivolte contro un individuo, un'organizzazione o un gruppo in base a: razza, etnia, nazionalità, colore della pelle; religione; disabilità fisiche o mentali; età; sesso, orientamento sessuale, identità di genere; status di reduce di guerra; qualunque altro tipo di status protetto dalla legge. Twitter analizza anche alcuni temi che definisce "delicati" e che sono quei contenuti che promuovono: attività criminali, terrorismo, concetti revisionistici o tentativi di rivisitare la storia contro gli interessi di un gruppo protetto, messaggi palesemente provocatori rivolti a un pubblico che, con molta probabilità, potrebbe rimanerne offeso o colpito. I contenuti inneggianti alla violenza invece riguardano l'autolesionismo, la violenza contro altre persone, la violenza sugli animali. La norma di Twitter non riguarda notizie e informazioni che richiamano l'attenzione su odio, violenza e temi delicati, ma che non si esprimono in loro favore, commenti su prodotti, servizi, aziende o brand, compresi commenti potenzialmente negativi.

​Giampiero Valenza​

Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza

Ottava parte

I falsi dell'informazione usati per la propaganda


Le fake news possono far parte anche di operazioni di propaganda politica. Hanno inciso – e non poco – nel corso della storia. La menzogna, infatti, con un uso - irresponsabile – dei media, arriva a modificare le opinioni pubbliche e a modificare le scelte della politica.

Il protocollo dei Savi di Sio
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Tra le più clamorose fake news che la storia abbia mai avuto quella legata ai Protocolli dei Savi di Sion. Il documento viene pubblicato dalla Okhrana, la polizia segreta degli zar nel 1903 sul giornale Znamia. E' un testo che di fatto illustra come ci sia una cospirazione ebraica e massonica per il dominio del pianeta. Già da subito ne viene messa in dubbio la veridicità e, infatti, sarà più tardi che ne rinascerà il "mito". Il documento riporta una serie di 24 riunioni di saggi (o, in altre versioni, 27) che si sarebbero tenute a Basilea, in Svizzera, nel 1897. E' il 1921 quando Philip Graves sul Times dimostra come i testi fossero simili a una satira fatta dall'avvocato Maurice Joly su Napoleone III che venne pubblicata nel 1864 dal titolo "Dialogo negli Inferi tra Machiavelli e Montesquieu".

Il regime nazista in Germania userà il pretesto del dubbio all'ordine costituito per cercare di ridargli attendibilità. Così Adolf Hitler scrive su Mein Kampf: "Fino a che punto l'intera esistenza di questo popolo sia fondata sulla menzogna continua è incomparabilmente mostrato dai Protocolli dei Savi di Sion, così infinitamente odiati dagli ebrei. Sono basati su un falso, come grida e lamenta il Frankfurter Zeitung ogni settimana: la miglior prova che essi siano autentici". "La cosa importante – prosegue - è che con terrificante certezza essi rivelano la natura e l'attività del popolo ebraico ed espone i loro contesti interni come anche i loro scopi finali".

La questione della falsità dei Protocolli è stata messa in dubbio più volte nel corso del Novecento. Nasser ha sostenuto la loro veridicità nel 1958 come hanno fatto il presidente egiziano Sadat e il colonnello Gheddafi. I protocolli vengono citati anche nell'articolo 32 del Patto del gruppo terroristico Hamas del 18 agosto 1988. "Il piano Sionista è senza fine. Dopo la Palestina, i sionisti aspirano a espandersi dal Nilo all'Eufrate. Quando avranno sistemato la regione, essi ripartiranno, aspireranno a ulteriori espansioni e così via. Il loro piano è contenuto nei Protocolli dei savi di Sion e la loro attuale condotta è la miglior prova di ciò che diciamo", si legge.

La propaganda con le notizie fake

E' il 1917 quando il Times di Londra pubblica una storia su un'azienda tedesca che produce glicerina per munizioni fondendo i corpi di soldati. L'idea balena al brigadiere generale inglese J.V. Charteris, del Department of Information che aveva due fotografie. La prima era quella di corpi di soldati e l'altra di cavalli morti trasportati in una fabbrica di sapone. Charteris ha inviato la notizia a S
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ai con la speranza di convincere i cinesi a scendere in campo con gli Alleati nella prima guerra mondiale. Così fu. Ma non avrebbe mai pensato della eco che avrebbe avuto quando la notizia sarebbe tornata indietro in Europa.

Il massacro di Timisoara

E' il 1989 quando il mondo è in una fase di svolta: sta crollando il sistema dei "Due blocchi" economici e politici contrapposti. Da una parte, gli Usa e l'economia capitalistica, dall'altro l'Unione Sovietica e l'economica comunista. In Romania le frontiere erano chiuse e il popolo aveva iniziato una serie di proteste in piazza: a Bucarest i cittadini chiedevano la democrazia. Poco prima di Natale il 22 dicembre il dittatore Ceausescu tentava la fuga ma, raggiunto dai suoi oppositori, venne condannato a morte insieme alla moglie e fucilato il 25. La rivoluzione romena nacque – secondo le informazioni che vennero rilanciate in quei giorni – in Transilvania, per una protesta scatenata il 16 dicembre per l'espulsione di un dissidente, Laszlo Toker. E per questa protesta il regime – si disse – avanzò una profonda repressione: 60.000 i morti. Si parlava di "massacro di Timisoara" e di fosse comuni. Su tutti i media internazionali si fecero vedere foto di cadaveri mutilati. Al termine del regime le notizie furono completamente smentite: era stato un falso giornalistico. Come è stato possibile accertarlo? Due giornalisti italiani, Michele Gambino e Sergio Stingo, intervistarono il custode del cimitero di Timisoara che raccontò come quelle immagini fossero di cadaveri di ubriachi e barboni disseppelliti.

Il cormorano nero
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prima guerra del Golfo


Le immagini colpiscono spesso più delle parole, come si è visto, per esempio, dal finto massacro di Timisoara. Nel gennaio del 1991 l'intero pianeta si ferma davanti all'immagine di un cormorano con le piume imbevute di petrolio, nel Golfo Persico. Quello sarebbe stato il greggio che l'ex presidente iracheno Saddam Hussein fece disperdere dopo che decise di far aprire i pozzi del Paese. Quell'immagine divenne l'emblema della disumanità del regime. Ma era un falso, smentita da alcune semplici prove. In quella stagione – era gennaio – i cormorani non sono in Iraq. Poi, c'è stata anche l'ammissione da parte di un reporter: quelle foto erano state fatte con cormorani neri in uno zoo e "imbevute" di petrolio. Inoltre, la Cnn – che coprì l'evento – non aveva ancora truppe nel Paese (il cui accesso era bloccato ai media occidentali). Dunque, sarebbe stato veramente impossibile avere quelle immagini lì.

​Giampiero Valenza​

Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza

Settima parte

​Lo studio dell'Istituto Toniolo​


Se non hanno buone basi culturali i giovani sono destinati ad assorbire le bufale del web. Questo è quanto emerge da uno studio dal titolo "Diffusione, uso, insidie dei social network" che è stato condotto dall'Istituto Giuseppe Toniolo e che ha coinvolto un campione di 2182 persone proprio nella fascia d'età tra i 20 e i 34 anni. In sostanza, è il 31,7% di chi ha solo la scuola dell'obbligo che condivide le bufale sulle proprie reti sociali. E la percentuale, via via che il percorso formativo si fa più lungo, scende (28% per chi ha un titolo di secondaria di II grado e 24% per chi ha una laurea).

In totale, sempre secondo lo studio, sono 9 su dieci i ragazzi che usano lo smartphone per informarsi (e che dunque non approfittano più né del pc né degli strumenti tradizionali come il quotidiano).

​San Tommaso d'Aquino e la verità

Il cardinale Angelo Scola, presentando questi dati nel corso della ricorrenza di San Francesco di Sales (patrono dei giornalisti), ha detto come occorra "ascolto reciproco" e "benevolenza per ritrovare il senso della verità". Citando San Tommaso d'Aquino, ha precisato: "Tommaso diceva che la verità è corrispondenza tra la realtà e l'intelletto (adaequatio rei et intellectus) e, forse, la questione della post-verità può costringerci a tornare alla verità. Tutto ruota intorno alla realtà, perché se la manchiamo, negando l'accesso alla verità del fatto, il nostro io viene sempre più messo in difficoltà. Oggi alla parola decisiva "reale", la grande sconosciuta della nostra epoca, si contrappone la diminuzione della verosimiglianza". Fa riferimento alla Filotéa di San Francesco di Sales e ha sottolineato: "Al contrario il verosimile è, oggi, una grande tentazione massmediatica, ma questo deve, semmai,  indurre a un lavoro ulteriore per arrivare alla realtà, accettando che il reale mantenga sempre una componente e un aspetto ultimamente misterioso. Credo che abbaiamo tutte le forze, se viviamo l'insieme, per attraversare, in senso costruttivo, questa epoca senza giudicare in maniera irrimediabile la fase che stiamo vivendo. Il problema è rimettere al centro il soggetto che, nell'epoca moderna, è stato scartato. Il punto è capire bene cosa sia la verità, che viene sempre al nostro incontro come un avvenimento, attraverso la trama di circostanze e rapporti che accadono. Per questo è fondamentale il tema dell'ascolto umile e di fecondazione reciproca. Dove ciò  manca emerge solo l'emotività e il bisogno di autoaffermazione". "Il frangente storico in cui prevale la post-verità  – che è anche una post-falsità – chiede di mettere l'io al centro: non si tratta di imporre un serie di regole, ma di vivere la persona nella sua interezza. La scelta di giudicare con benevolenza, attraverso un ascolto di fecondazione, permette di stare in questo mondo con piedi solidi", ha concluso.

​Giampiero Valenza​

giovedì 6 aprile 2017

Fake news, Un decalogo per riconoscerle.



Fake news. E' la moda più in voga fra gli addetti della comunicazione e dell'informazione. da un po' di tempo pare che tutti siano preoccupati della piega che un certo giornalismo non solo cartaceo sta prendendo. Preoccupati quasi che si stia iniziando a comprendere che il re è nudo è che il problema li tocchi ormai da vicino come responsabili di primo pelo giacché le notizie false, le notizie esca (news baiting) non solo screditano una persona, ma chi le scrive.
E dunque essere artefici della produzione e pubblicazione di false informazioni è chiaramente un aspetto privo di etica di cui i fruitori i lettori ne stanno sempre più prendendo coscienza e delle quali i produttori di informazione non possono non iniziare a tenerne conto.
Biomedi@  ha spesso a che fare con tali notizie. Anzi possiamo dire che il nostro osservatorio ha quasi una forte specializzazione proprio nell'individuazione di bad news, cattivi articoli e quanto altro. A parte i pochi gruppi di contrasto all'infotainment, come il nostro, e/o le poche agenzie che cercano di contrastarlo, Facebook, Twitter, Google, e i legislatori stanno pensando ad un modo per arginare il fenomeno spostandone  il focus. I "grandi del web social" pensano che il problema stia tutto nella poca educazione digitale degli naviganti. Ma la questione è mal posta. I l problema delle fake news è a monte, e non bastano appropriati app o sistemi di alert o treding topics reputazionali per frenarlo.
Più semplicemente bisognerebbe armarsi di strumenti più facili. Come un sano codice cartaceo o morale di infoetica.  In questa ambito potrebbe venire in aiuto, il "semplice"decalogo di Delle Foglie. Per gli amici, Mimmo. Giornalista noto ai più. i dieci punti sono una base formidabile e pratico-operativa di aiuto a ri-conoscere ed arginare il fenomeno. Sempre che si abbia l'umiltà d applicarlo.

Autoreferenzialità mancanza di concretezza, prepotenza delle affermazioni, ricerca della viralità, questi alcuni dei punti che Mimmo offre agli operatori ed ai lettori per distinguere la buona dalla cattiva notizia. Qualcuno ha già scritto che il decalogo è ingenuo. bene. Ecco un altro esempio di fake news.   

Ac

martedì 4 aprile 2017

Harakiri informazione. Su Dat e Stepchild la solita sporca DisinformaTia

A furia di ripeterla, la falsità, abitua. Anzi la trasforma in mezza-verità Una legge nota per chi abitualmente gioca o fa dis-informazione. Ho già postato- come si dice nella precedente il rimprovero dell'Onu.
Troppi obiettori sull'aborto; troppi ostacoli ai gay sulle adozioni. Rimprovero accompagnato da titoloni ad effetto, enfasi dei nostri quotidiani ed agenzie miranti a far passare la Raccomandazione di un sedicente Comitato di 18 super-esperti Onu che sui diritti umani ne sanno una più della maggioranza. Ossia il resto del mondo fatto da miliardi di poveracci e disadattati morali. Oggi il dibattito sulle Dat confonde le menti. Chi pensa che con le Dat si introdurrà una legge che legalizza l'eutanasia ?  Chi lo pensa ? Tutti ? Tanti ? Molti ? Ecco un altro esempio di disinformazione.

Ac             

Caro "titolista", non manipolare gli articoli

TPINEWS pubblica un articolo informativo intitolato: " Cos’è il nuovo gruppo parlamentare “Famiglia e Vita”, che vuole combattere contr...