giovedì 22 dicembre 2016

Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza

Terza parte

La titolazione acchiappa-social


Fondamentale per trarre in inganno è fare un buon titolo. Deve prendere l'emozionalità di chi legge e può farlo solo rappresentando una palese verosimiglianza. Dunque, spazio spesso a dichiarazioni farlocche (meglio se scritte con le virgolette) e dette da persone con una certa autorevolezza (seppur inventate, ma pur sempre rappresentanti di una categoria che, all'occhio di un pubblico medio, sia particolarmente attendibile).

Dunque, se si tratta di un politico (o di un personaggio noto) basta mettere il riferimento diretto con il cognome. Se è nota o particolarmente autorevole l'organizzazione, basta il nome della realtà per la quale si ha intenzione di farlo lavorare (ciò vale soprattutto per quanto riguarda realtà scientifiche che per un grande pubblico risulta essere qualificata e accreditata universalmente). Ecco, dunque, spazio al coinvolgimento di Nasa, dell'Esa, delle Università, dei Centri di ricerca.

Il titolo acchiappa-clic deve avere alcune caratteristiche
:

1) Il contenuto verosimile. Dunque, deve toccare alcune corde ben precise: un mistero "svelato", un dubbio chiarito o riferimenti a questioni di dominio pubblico talmente grandi da essere poi rilanciate viralmente.

2) Titolo eclatante. Deve essere incisivo, di poche parole, semplice, immediato. Deve colpire, dunque deve avere termini come "Rivelazione choc", "clamoroso", "stupefacente", "incredibile". Termini che raramente si trovano in un articolo ordinario, ma che in questo caso fanno subito presa.

3) "Guarda cosa succede": Solitamente si mette alla fine di un titolo, magari dopo una descrizione che sembra raccontare una azione di tutti i giorni. Per esempio: "Scende le scale con una torta in mano. Guarda cosa succede", oppure "Mangia due chili di ciliegie. Guarda cosa succede". Serve per alimentare i clic direttamente sul sito.

4) La promessa di una immagine o di un video choc. Sul web l'immagine è fondamentale: scatena la curiosità e la voglia di vedere e di vivere un particolare momento. Ecco perché è essenziale riportare questa informazione già nel titolo.

6) Deve colpire la pancia del lettore medio e, principalmente, suscitare indignazione (se legati alla politica o a fatti di cronaca) o curiosità (se legati a fatti della vita di tutti i giorni).

Giampiero Valenza
​ 

Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza

Seconda parte

Come si può non credere a una notizia verosimile?


Donald Trump durante la sua campagna elettorale per le presidenziali americane ha usato una comunicazione particolarmente colorita. Dei messicani, tanto per fare un esempio, ha detto: "Quando il Messico manda qui la sua gente, non ci sta mandando il meglio. Non mandano te, o te (riferendosi al pubblico in quel momento presente, ndr). Stanno mandando persone piene di problemi, e queste persone portano i loro problemi qui da noi. Portano droghe. Portano crimine. Sono stupratori. E alcuni, credo, sono buone persone". Ma non si è fermato qui e ha lanciato l'idea di un muro antimessicani. Il Corriere del Corsaro – uno dei giornali fake - pensa di cavalcare l'onda di questo odio anti-Messico e titola: "Trump non riesce a contenere la vittoria e lancia una atomica sul Messico per festeggiare la vittoria". Se non per la bomba atomica – extrema ratio particolarmente improbabile – ha un elemento di verosimiglianza: l'esuberanza di Trump e il suo modo di fare .

Un esempio di notizia fake

Giusto per capire come viene scritta una notizia farlocca (che ha il sapore di satira) qui di seguito c'è un esempio preso dal Corriere della notte (la cui testata fa palesemente il verso al Corriere della Sera). L'articolo preso in esame è quello dal titolo: "Nasa annuncia: 'Esseri extraterrestri sono in direzione Pianeta Terra!'". Già dal titolo si può notare una delle palesi caratteristiche di una notizia fake: la verosimiglianza. Ma come si può ottenere? Uno degli strumenti è l'uso delle virgolette, cioè di una dichiarazione diretta da parte di un organismo attendibile. In questo caso, la Nasa (l'Agenzia spaziale degli Stati Uniti).

La notizia inizia così: "I funzionari della Nasa stanno segnalando quello che credono essere, esseri extraterrestri che viaggiano verso il pianeta terra e stima di arrivare qui il 26 dicembre 2016, i tempi di percorrenza calcolati sono quelli giusti. Questa è la prima volta nella storia che gli esseri extraterrestri vengono effettivamente avvistati e osservati con telescopi e onde sonore". L'attacco dell'articolo inizia proprio sottolineando questa operazione di verosimiglianza. Si cercano di dare alcuni dati certi (l'arrivo degli extraterrestri sul pianeta Terra in un giorno ben preciso) dimostrando anche con quale mezzo si sia arrivati a questa osservazione (con "telescopi e onde sonore").

L'articolo prosegue dicendo: "I funzionari dicono di aver catturato delle frequenze del suono degli extraterrestri in arrivo definite da loro come 'le loro voci'. 'Questo è forse la scoperta più sconvolgente, è stato dibattuto per secoli da se esistono davvero queste creature dello spazio, ma ora, siamo certi che esistono. Non sappiamo cosa aspettarci. Come vengono a guardare? Saranno in grado di comportarsi come animali o esseri umani? Potranno mantenere in pace o vorranno danneggiare gli esseri umani?', dice lo scienziato della Nasa Larry Fields". Qui si rafforza la politica persuasiva con un virgolettato che, tra l'altro, è reso ancora più verosimile anche da un nome ben preciso: quello dello scienziato.

Ma la politica persuasiva non finisce. "La possibilità che questi esseri esterni possono venire a fare del male è piuttosto elevato, secondo i funzionari della Nasa – si legge nell'articolo - Potrebbe scoppiare una quarta guerra mondiale? Una guerra nucleare tra umani e alieni? I funzionari non potevano visualizzare le caratteristiche fisiche degli esseri reali con le immagini del telescopio Hubble, ma solo il veicolo spaziale in cui si tratta di spostamenti. Ci sono sei astronavi totale in entrata e si ritiene siano le stesse dimensioni, circa la metà di un campo di calcio (come mostrato nelle immagini di Hubble Telescope sotto)". Qui vengono analizzati alcuni tra i dubbi che un comune lettore di questa notizia potrebbe avere (Potrebbe scoppiare una quarta guerra mondiale? Una guerra nucleare tra umani e alieni) e poi, alla fine, il colpo finale a ogni dubbio: le immagini del telescopio Hubble testimoniano come tutto ciò che è stato scritto sia veritiero.

Ma quali sono gli effetti di articoli del genere? Se fino a qualche anno fa la satira era maggiormente identificabile (due testate su tutte: lo scomparso Cuore e il sempre vivo e ormai culto per molti Vernacoliere), oggi i tempi di lettura si sono molto ridotti. E la fretta scatena procedimenti di interpretazione molto più impulsivi partendo da alcune parole (le 'parole chiave' che soprattutto nella titolazione incidono nella formazione dell'opinione pubblica.

Giampiero Valenza

Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza

Prima parte

I "giornali fake": le loro regole acchiappaclic

Il ruolo del giornalista è fondamentale per dare notizie che siano "certificate" e che dunque rispettino alcuni parametri (principalmente la veridicità e l'attendibilità dell'informazione) grazie all'uso di alcun basi etiche che caratterizzano proprio la professione giornalistica. Ma come la mettiamo con i "giornali fake" che fanno confondere il lettore tra ciò che è vero e cosa no? Questi hanno nomi che spesso somigliano a quelli dei grandi quotidiani (Il Giomale o il Fatto quotidaino, tanto per fare alcuni esempi), alimentano clic su clic e scatenano dibattiti infiniti sui social network in merito a notizie che sono completamente inventate. Ecco, appunto, i "quotidiani fake", cioè i giornali che sembrano veri ma che poi non lo sono. Qui sorge un problema: è questa forse satira, così come si vorrebbe far intendere? La lettura di una notizia lanciata dai social network spesso si riduce al tempo di un titolo ma il lettore è capace poi, a social spento, di rielaborare l'informazione che lui stesso ha letto e che pensa essere veritiera. Se non si è in grado subito di percepire tutto ciò come satira in pochi secondi ecco che ci si trova davanti a un patatrac informativo.

Il risultato? Crescono pessimi stereotipi, aumenta il pensiero "di pancia" anziché col cervello e si sviluppa un dibattito senza fine su social come Facebook – che maggiormente si presta ad accogliere questo genere di notizie "acchiappa-clic" - capace di durare per giorni interi.

C'è satira e satira

Il "quotidiano fake" maggiormente noto
​ in Italia 
è Lercio: graficamente rifà il verso a Leggo, un quotidiano free press nazionale. Ma rispetto agli altri Fake se ne discosta particolarmente. Infatti, fa palesemente satira. E' un bene visto che in questo modo il lettore riesce immediatamente a capire come ciò che va a leggere non è una notizia. "Allarme immigrazione: ogni anno arrivano miliardi di granelli di sabbia clandestini" è uno dei suoi titoli. Già dal nome della testata (Lercio e non Leggo) la distinzione è chiara. Non porta a fraintendimenti visivi come, per esempio "Il Giomale"

La confusione nasce dal nome

Invece c'è proprio chi gioca sui problemi di lettura. Due gli esempi più palesi: "Il Giomale" (che fa il verso al Giornale) diventato Il Corriere della Notte, e Il Fatto quotidaino (che fa il verso al Fatto quotidiano, che ha come versione fake anche il Matto Quotidiano). C'è anche la Nozione (al posto della Nazione) o Panorana (al posto di Panorama). Il carattere spesso piccolo degli scritti dei social fa in modo tale che distinguere un giornale vero da uno fake diventi davvero complicato. Molti di loro si definiscono blog e fanno intendere – in un disclaimer molto chiaro e lungo – che stanno facendo satira. Ma basta solo quello? Probabilmente, no. Non tutti vanno a leggersi la pagina del disclaimer e il fatto che sia satira non viene immediatamente individuato.

Giampiero Valenza

lunedì 19 dicembre 2016

Pillola del quinto giorno. Perché lamentarsi ?

L'ufficio stampa della Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC) mi scrive:

"Caro collega,

ti invio la dichiarazione del Presidente della Smic Emilio Arisi che sollecita il ministero Salute ad aggiornare l'elenco dei medicinali che le farmacie sono tenute a detenere obbligatoriamente consentendo così alle donne di accedere ovunque alla Pillola dei cinque giorni dopo, farmaco che ha avuto un merito significativo nella forte riduzione degli aborti nel 2015 (Relazione ministero Salute legge 104.

 

Dunque la SMIC sollecita il ministero della Salute ad aggiornare l'elenco dei medicinali delle farmacie dei contraccettivi "ordinari" e quelli "d'emergenza". Ponendo fine così a quell'esodo ingiusto che vede le donne costrette a peregrinare come profughe da una farmacia all'altra per reperire la pillola dei 5 giorni poiché l'eventualità di far nascere un bambino da rottura indesiderata, non del bambino, ma magari del contraccettivo è questa sì sfiga e jattura imperdonabile o infame.
Così tolto l'obbligo di ricetta per le neo maggiorenni, il dolce, si fa per dire, declino morale porta con sé la maggiore fruibilità di accesso all'anticoncezionale del quinto giorno. da qui la gioia di far diminuire le interruzioni volontarie di gravidanza. Come riporta la Relazione della Lorenzin. Tutto in linea. Tutto ok. Di che lamentarci? Evviva l'inverno demografico.  Evviva la società filantropica della SMIC.

 

Antonello Cavallotto

lunedì 5 dicembre 2016

Sempre più sociale sempre più mal-informati.

Sempre più social sempre più informati, sì, ma come ?  Dal 50/mo rapporto Censis sull'uso social(e) dei mezzi di comunicazione nel 2016 emergono dati interessanti: a fonte di un numero di utenti online che sale al 73% e utilizza al 61,3%  WhatsApp (89,4% dei giovani), sul fronte dei social, il 56,2% passa il suo tempo su Facebook (89,3%) il 46,8% guarda Youtubee e Twitter invece viene usato solo dall'11,2% degli italiani, ma dal 24% degli under 30. Internet quindi viene usato dagli italiani principalmente per informarsi, guardare film o partite di calcio, prenotare viaggi e vacanze, acquistare beni, per svolgere operazioni bancarie online e per entrare in contatto con le amministrazioni pubbliche e la televisione continua ad avere un pubblico sostanzialmente coincidente con la totalità della popolazione (il 97,5% degli italiani). I telespettatori complessivi aumentano ancora (+0,8% nell'ultimo anno), soprattutto quelli della tv digitale terrestre (+1,5%) e satellitare (+1%), mentre gli utenti delle diverse forme di tv via internet (la web tv attraverso il pc e la smart tv) si attestano al 24,4% e quelli della mobile tv all'11,2% (erano solo l'1% nel 2007).

La crescita cumulata per la tv via internet nel periodo 2007-2016 è pari a +14,4 punti percentuali di utenza. Tengono anche gli ascolti della radio, con una utenza complessiva pari all'83,9% degli italiani. I quotidiani cartacei, invece, perdono ancora lettori, ridotti al 40,5% degli italiani (-1,4% nell'ultimo anno, -26,5% complessivamente nel periodo 2007-2016). E questo dovrebbe far riflettere – come sosteniamo da anni ma inascoltati – un cambio di passo, una infoetica soprattutto per la carta stampata. Di contro continua ad aumentare l'utenza dei quotidiani online (+1,9% nell'ultimo anno) e degli altri siti web di informazione (+1,3%) i cosiddetti citizen-journalist.  Mantengono i propri lettori i settimanali (+1,7%) e i mensili (+3,9%), ma non i libri cartacei (-4,3% nell'ultimo anno, con una quota di lettori diminuiti al 47,1% degli italiani), ancora non compensati dai lettori di e-book (che aumentano dell'1,1% nell'ultimo anno, ma si attestano ancora solo al 10% della popolazione).

Sul fronte delle fonti se nel 2011 l'80,9% degli italiani dichiarava di informarsi dai tg, nel 2016 il dato si è ridotto al 63%, con un calo di 17,9 punti percentuali. I giovani tra i 14 e i 29 anni, che gia' nel 2011 facevano un uso piu' ridotto dei telegiornali (69,2%), nel 2016 li utilizzano solo nel 45,7% dei casi (con un calo di 23,5 punti in cinque anni). I diplomati e i laureati, che erano i più affezionati utenti dei tg, di punti ne hanno persi addirittura 27,3, passando dall'85,7% al 58,4%. Tra le prime fonti utilizzate per informarsi, dopo il 63% dei telegiornali si colloca ancora una volta Facebook con il 35,5% e – non è un caso - i giornali radio con il 24,7% considerati più "protettivi" dall'infotainment, ossia dai media che usano le immagini e le informazione come spettacolo.  Sempre sul fornte delle fonti, i quotidiani non superano il 18,8% mentre il 19,4% sceglie i motori di ricerca come Google, (10,8%) YouTube e il 2,9% Twitter.

venerdì 2 dicembre 2016

Metodo Cazzaniga. Come ammazzarti senza rimorsi


Dalle carte dell'inchiesta emergono solo adesso i particolari su come Leonardo Cazzaniga agiva con alcuni pazienti. Il 9 aprile 2013, Angelo Lauria arriva all'ospedale di Saronno con le sue gambe. Deve sottoporsi a una visita nel reparto di oncologia. Poche dopo, viene affidato alle cure del Cazzaniga. Entra in pronto soccorso e ne uscirà cadavere. 

Il signor Lauria ha un tumore. È malato terminale. Anche la figlia sa che non gli rimarrà molto da vivere. Non era quindi in imminente pericolo di vita. Ma, chissà – avrà pensato il Cazzaniga – perché attendere la fine ? Appena entra in pronto soccorso, guarda un pò, le sue condizioni precipitano. Ecco cosa dice l'infermiere Radu Iliescu, assistente di Cazzaniga, nella sua relazione inviata alla direzione sanitaria. Il Cazzaniga "mi ha detto che se ne occupava lui e che avrebbe usato il 'suo protocollo'.

Effetti del Protocollo: Dopo circa 15 – 20 minuti, il quadro clinico del paziente peggiora. Sul verbale di pronto soccorso – senza nemmeno il minimo ritegno morale sic ! - si legge che gli ha somministrato 60 mg di midazolamin 100 cc sol fis; propofolin 500 cc sol fis.

Un mix letale. Iliescu lo sa. Tanto che racconta ad una collega di essersi rifiutato "di somministrare i farmaci prescritti" da Cazzaniga. Anche altri colleghi capiscono subito che al pronto soccorso di Saronno al signor Angelo Lauria è stata inflitta una condanna a morte.

Ma tacciono o lo ammettono oggi,  due anni dopo, al pm di Busto Arsizio che sta mettendo assieme le tessere di un mosaico di morte e di silenzi. Troppi, inspiegabili. Triste sintomo di quelle politiche pro-morte che stanno obnubilando le coscienze e abituando gli operatori sanitari all'evidenza clinica della stessa dolce morte.       



Antonello Cavallotto

Caro "titolista", non manipolare gli articoli

TPINEWS pubblica un articolo informativo intitolato: " Cos’è il nuovo gruppo parlamentare “Famiglia e Vita”, che vuole combattere contr...