lunedì 5 dicembre 2016

Sempre più sociale sempre più mal-informati.

Sempre più social sempre più informati, sì, ma come ?  Dal 50/mo rapporto Censis sull'uso social(e) dei mezzi di comunicazione nel 2016 emergono dati interessanti: a fonte di un numero di utenti online che sale al 73% e utilizza al 61,3%  WhatsApp (89,4% dei giovani), sul fronte dei social, il 56,2% passa il suo tempo su Facebook (89,3%) il 46,8% guarda Youtubee e Twitter invece viene usato solo dall'11,2% degli italiani, ma dal 24% degli under 30. Internet quindi viene usato dagli italiani principalmente per informarsi, guardare film o partite di calcio, prenotare viaggi e vacanze, acquistare beni, per svolgere operazioni bancarie online e per entrare in contatto con le amministrazioni pubbliche e la televisione continua ad avere un pubblico sostanzialmente coincidente con la totalità della popolazione (il 97,5% degli italiani). I telespettatori complessivi aumentano ancora (+0,8% nell'ultimo anno), soprattutto quelli della tv digitale terrestre (+1,5%) e satellitare (+1%), mentre gli utenti delle diverse forme di tv via internet (la web tv attraverso il pc e la smart tv) si attestano al 24,4% e quelli della mobile tv all'11,2% (erano solo l'1% nel 2007).

La crescita cumulata per la tv via internet nel periodo 2007-2016 è pari a +14,4 punti percentuali di utenza. Tengono anche gli ascolti della radio, con una utenza complessiva pari all'83,9% degli italiani. I quotidiani cartacei, invece, perdono ancora lettori, ridotti al 40,5% degli italiani (-1,4% nell'ultimo anno, -26,5% complessivamente nel periodo 2007-2016). E questo dovrebbe far riflettere – come sosteniamo da anni ma inascoltati – un cambio di passo, una infoetica soprattutto per la carta stampata. Di contro continua ad aumentare l'utenza dei quotidiani online (+1,9% nell'ultimo anno) e degli altri siti web di informazione (+1,3%) i cosiddetti citizen-journalist.  Mantengono i propri lettori i settimanali (+1,7%) e i mensili (+3,9%), ma non i libri cartacei (-4,3% nell'ultimo anno, con una quota di lettori diminuiti al 47,1% degli italiani), ancora non compensati dai lettori di e-book (che aumentano dell'1,1% nell'ultimo anno, ma si attestano ancora solo al 10% della popolazione).

Sul fronte delle fonti se nel 2011 l'80,9% degli italiani dichiarava di informarsi dai tg, nel 2016 il dato si è ridotto al 63%, con un calo di 17,9 punti percentuali. I giovani tra i 14 e i 29 anni, che gia' nel 2011 facevano un uso piu' ridotto dei telegiornali (69,2%), nel 2016 li utilizzano solo nel 45,7% dei casi (con un calo di 23,5 punti in cinque anni). I diplomati e i laureati, che erano i più affezionati utenti dei tg, di punti ne hanno persi addirittura 27,3, passando dall'85,7% al 58,4%. Tra le prime fonti utilizzate per informarsi, dopo il 63% dei telegiornali si colloca ancora una volta Facebook con il 35,5% e – non è un caso - i giornali radio con il 24,7% considerati più "protettivi" dall'infotainment, ossia dai media che usano le immagini e le informazione come spettacolo.  Sempre sul fornte delle fonti, i quotidiani non superano il 18,8% mentre il 19,4% sceglie i motori di ricerca come Google, (10,8%) YouTube e il 2,9% Twitter.

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