lunedì 17 aprile 2017

Riconoscere le notizie sul web: corso di sopravvivenza

Settima parte

​Lo studio dell'Istituto Toniolo​


Se non hanno buone basi culturali i giovani sono destinati ad assorbire le bufale del web. Questo è quanto emerge da uno studio dal titolo "Diffusione, uso, insidie dei social network" che è stato condotto dall'Istituto Giuseppe Toniolo e che ha coinvolto un campione di 2182 persone proprio nella fascia d'età tra i 20 e i 34 anni. In sostanza, è il 31,7% di chi ha solo la scuola dell'obbligo che condivide le bufale sulle proprie reti sociali. E la percentuale, via via che il percorso formativo si fa più lungo, scende (28% per chi ha un titolo di secondaria di II grado e 24% per chi ha una laurea).

In totale, sempre secondo lo studio, sono 9 su dieci i ragazzi che usano lo smartphone per informarsi (e che dunque non approfittano più né del pc né degli strumenti tradizionali come il quotidiano).

​San Tommaso d'Aquino e la verità

Il cardinale Angelo Scola, presentando questi dati nel corso della ricorrenza di San Francesco di Sales (patrono dei giornalisti), ha detto come occorra "ascolto reciproco" e "benevolenza per ritrovare il senso della verità". Citando San Tommaso d'Aquino, ha precisato: "Tommaso diceva che la verità è corrispondenza tra la realtà e l'intelletto (adaequatio rei et intellectus) e, forse, la questione della post-verità può costringerci a tornare alla verità. Tutto ruota intorno alla realtà, perché se la manchiamo, negando l'accesso alla verità del fatto, il nostro io viene sempre più messo in difficoltà. Oggi alla parola decisiva "reale", la grande sconosciuta della nostra epoca, si contrappone la diminuzione della verosimiglianza". Fa riferimento alla Filotéa di San Francesco di Sales e ha sottolineato: "Al contrario il verosimile è, oggi, una grande tentazione massmediatica, ma questo deve, semmai,  indurre a un lavoro ulteriore per arrivare alla realtà, accettando che il reale mantenga sempre una componente e un aspetto ultimamente misterioso. Credo che abbaiamo tutte le forze, se viviamo l'insieme, per attraversare, in senso costruttivo, questa epoca senza giudicare in maniera irrimediabile la fase che stiamo vivendo. Il problema è rimettere al centro il soggetto che, nell'epoca moderna, è stato scartato. Il punto è capire bene cosa sia la verità, che viene sempre al nostro incontro come un avvenimento, attraverso la trama di circostanze e rapporti che accadono. Per questo è fondamentale il tema dell'ascolto umile e di fecondazione reciproca. Dove ciò  manca emerge solo l'emotività e il bisogno di autoaffermazione". "Il frangente storico in cui prevale la post-verità  – che è anche una post-falsità – chiede di mettere l'io al centro: non si tratta di imporre un serie di regole, ma di vivere la persona nella sua interezza. La scelta di giudicare con benevolenza, attraverso un ascolto di fecondazione, permette di stare in questo mondo con piedi solidi", ha concluso.

​Giampiero Valenza​

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