Internet come l'inferno, lo sappiamo, è zeppa di buoni propositi. Secondo il suo guru, Mark Zuckerberg, ce ne dobbiamo servire per creare una comunità globale, lavorare per un mondo più aperto e connesso, bloccare la propaganda terroristica, trovare, e perché no, perfino i bambini smarriti. Belle parole. Bei propositi da uno che guadagna proprio sulla moltiplicazione di notizie un po' vere e un pò false.
Ma ora pare, scrivo pare, che non tutti gli aspiranti chiamati, potranno partecipare alla costruzione di questo bel sogno. Non lo potranno ad esempio i naviganti della rete francese se, e se solo se, volessero lanciare o scambiare o creare nella rete, siti in difesa della vita.
Qui, l'Assemblea nazionale francese, giovedì, scorso ( si legga l'editoriale de Il Foglio di sabato) pare aver approvato una legge – e non è una bufala – di "ostruzione all'aborto" in Rete. La diffusione di siti di campagne di dis-informazione contro l'aborto saranno considerati illegali e quindi punti con la prigione. Chi spingere le donne sulla Rete a ripensarci, a ri-pensare cosa ? ma a non abortire e tenerlo quel figlio, dovrà essere trattato peggio che un hacker.
Per la Ministr-a ala famiglia – il genere è d'obbligo - e ovviamente dei diritti delle donne del governo Hollande, Laurence Rossignol chi sulla rete comunicherà o farà informazione pro live non potrà più farlo. Non potrà più esprimere la propria opinione.
Stiamo alla schedatura non solo della libertà di parola vs il pensiero unico ma al controllo stesso di qualsiasi pensiero non allineato. Anche sul web. Un paradosso nella patria della libertè di una ideologia che ha ormai deborta.
La difesa della vita su facebook adesso vale meno di una fake news. Allons enfant de la patrie....
a.c.